domenica 17 febbraio 2008

Contaminazioni spezzate della civiltà nuragica.Lo schiaffo del mar Mediterraneo


Quarta recensione del socio Sandro Garau

Misteri e Supposizioni

Contaminazioni Spezzate della Civiltà Nuragica
Lo schiaffo del mar Mediterraneo.


La prepotente originalità e architettura della civiltà Nuragica non trova riscontro nell’ambito delle altre civiltà antiche del mediterraneo.
La diffusione capillare in tutto il suolo della Sardinia attraverso il prestigioso e monumentale Nuraghes, le misteriose Tombe dei giganti,i suggestivi Templi e Pozzi Sacri, Dolmen ,Menir,villaggi e città Shardana, consacrano e testimoniano la nazionalità intera, unica e autoctona di questa civiltà Nuragica.
Nonostante la miriade ( ma ancora insufficienti ) di scavi, scoperte e studi avanzati (soprattutto anche da ricercatori non professionisti ) l’età Nuragica si presenta come non mai in una crescente e fervido blocco omogeneo di forte identità. Atto ad occupare ben presto il giusto privilegio, nel periodo storico 1900-900 a. C. per conciliare il preciso equilibrio e potenza, che questa ineguagliabile civiltà ha esercitato nel mediterraneo intero e terre oltre oceano.

Tuttavia esistono ancora riferimenti, numerose incertezze e tematiche da risolvere.

Nella ricostruzione Storico Culturale, ho occorso far luce sull’assenza di contaminazione nel Sud della Sardegna, di alcune culture. Le più eclatanti sicuramente sono quella della ceramica a “pettine “ e della tipica costruzione della tomba dei giganti con stele centinata, rispetto alla stessa largamente diffusa invece nel Centro e Nord Sardinia.
Un altro aggancio a questi quesiti è il Nuraghe Diana nel territorio Quartese. L’imponente opera che si attesta tra i nuraghe di tipo complesso Trilobato,inquadrato nel fase storico cronologica tra il bronzo Finale e la Prima età del Ferro 1300-1100 a. C. Presenta la parte finale del tholos Mastio ricostruito in una fase più recente all’intera opera.

Una possibile risposta a questi due interrogativi…..in questo incastro storico………

Si potrebbe ipotizzare che nel periodo storico cronologico dal Bronzo Antico alla Prima età del Ferro,in un preciso passaggio, nell’ordine di un secolo ci sia stato un collasso di causa maggiore. Interrompendo inevitabilmente i rapporti di consuetudine di questa civiltà.

Un cataclisma marino databile 1200-1100 a. C. provocò un innalzamento delle acque che inondò le coste e il campidano della Sardinia.

Questa sorta di maremoto inghiotti le città shardana insediate nelle coste e numerosissimi Nuraghes, e altre strutture megalitiche nuragiche. Esse sono li che aspettano pazienti, sepolte dal fango,in un lungo letargo, ma mai dimenticati dalla Memoria ferrea e lo spirito libero del popolo Sardo.
Dallo stesso fango, che il mare a sepolto in gran parte questa civiltà, risorgerà per testimoniare la loro grandezza e fierezza. Il destino è prossimo ad infliggere e mutare concettualmente la storia classica conosciuta.
Il cataclisma Marino dunque interruppe il proliferare della cultura sardo nuragica. Cessando così inevitabilmente il processo di contaminazione naturale, che normalmente avveniva in tutto il territorio della Sardegna.
A questa causa maggiore indusse un parziale esodo di massa dei popoli sardi verso la penisola Italica ( Lazio Toscana ) e altre terre già conosciute nel Mediterraneo come Egitto e la stessa Grecia. Molto probabilmente il popolo sardo alleato con gli altri popoli di navigatori devastarono a ferro e fuoco la dove si insidiavano. Lasciando tracce indelebili nella storia dei grandi eroi del Mediterraneo.
A col tempo i sardi rifugiatesi nelle pendici del cuore della Sardegna, si stringevano forti del loro coraggio, conservando la loro identità integra nei suoi valori.

La cultura e la civiltà nuragica ancora oggi vive.


Deu seu sardu cumenti a su dirittu prusu antigu s’orgogliu nostru.

martedì 5 febbraio 2008

Il Nuraghe........Il Tempio del Popolo Sardo


PrimaRecensione del socio Sandro Garau

Ipotesi e studi sugli innumerevoli siti nuragici visitati

Il nuraghe…..Il tempio del popolo sardo.


La civiltà nuragica della Sardegna è strettamente legata incondizionatamente al proprio territorio. Il suo sviluppo nelle costruzioni megalitiche come le torri nuragiche,dolmen, tombe dei giganti, domus de janas,pozzi e templi sacri è talmente vasto e capillare in tutta la regione; che la supposizione suscita un’immediata riflessione. Che personalmente è mutata in una solida realtà . La Sardegna in tutto il quadro cronologico della civiltà nuragica dell’età del bronzo 1700-900 a.c. è stato il centro incontrastato del mediterraneo una civiltà unica autoctona ed evoluta. La stessa civiltà rifletteva ed influenzava su tutta l’Europa ed oltre.
I nuraghe non erano una costruzione per la difesa bellica o abitativa cosi come professano studiosi sardi e non.

Il nuraghe è una costruzione a carattere religioso,tecnologico scientifico e astronomico.
Il tempio del popolo nuragico.

La stessa costruzione racchiude perfettamente tutti questi parametri.
Il nuraghe è una espressione armoniosa della geometria ,il cerchio il quadrato il triangolo il rettangolo la spirale, convergono in un progetto a dir poco stupefacente. La matematica è tangibile nel misurare ,calcolare un edificio ciclopico di tale fattura. Si completa poi con la conoscenza astronomica, i nuraghe di fatto possiedono un puntamento geografico e astronomico, conoscono i solstizi invernali ed estivi e le fasi lunari, si ipotizza anche che i masti producessero con le loro ombre i meridiani.
Le sue torri pronunciate verso il cielo svettanti e maestose sono il congiungimento spirituale della terra e il cosmo celeste. Il nuraghe è un luogo di culto dove -convergono i dottori , gli sciamani i costruttori , gli astronomi di allora i quali custodivano ed emanavano la loro conoscenza a protezione delle genti del proprio villaggio e di tutto il territorio.

L’intero territorio comunicava come una rete telematica , con un apparato efficiente atto a diffondere comunicazioni da una parte all’altra della Sardegna. Secondo la mia teoria anche in tempi molto lesti nell’ordine delle 20 ore ( dal sud al nord Sardegna ) .

L’essere solidale è un potere del popolo sardo.

Comunicare al resto della regione intera avvenimenti avversi,chiamate religiose, civili o belliche,per la civiltà nuragica era importantissima.

Durante le innumerevoli escursioni in visita ai nuraghe è facile constatare che i costruttori nuragici edificavano il nuraghe posizionandolo molto strategicamente; su pendici,crinali delle montagne sulle colline e vallate, orientati sempre in modo da scrutare il mare, la vallata sottostante o le altre montagne sull’entroterra e il vedersi al col tempo tra tutti i nuraghe stessi.
In pratica il nuraghe non nasce mai isolato lo stesso può essere protetto da altri o comunicare visivamente con siti nuragici a notevoli distanze , in sostanza di un altro villaggio.



Il metodo di comunicazione è chiaro ,è la stessa torre una immensa e pronunciata canna costruita in pietre ciclopiche con una abilissima tecnica di sovrapposizione senza l’ausilio di malte . Che potevano svettare anche più di venti metri di altezza ( irriproducibile nei giorni nostri ). I nuraghe di fatti, una volta costruito veniva ricoperto di frasche e legname all’interno e all’esterno , veniva bruciato per una intera giornata e immediatamente dopo spento con getti d’acqua . Anche questa operazione occupava un’intera giornata. E’ presumibile che a questa iniziativa partecipassero gli interi villaggi della zona come un solenne e rispettoso rito. Tutto questo permetteva che le pietre sovrapposte l’una all’altra si plastificassero in un’ unica compatta struttura.

I protosardi sapevano che le loro torri erano per sempre.

Di conseguenza il rapporto di accender fuochi all’interno continuava negli anni avvenire non soltanto per incrementare che la struttura divenisse sempre più massiccia ma anche per scopi, come su accennato, di Comunicazione.

Segnali di fumo il verbo dei sardi, silenzioso tacito come l’indole dei sardo stesso.

I nuraghe adibiti nella comunicazione a segnali di fumo erano sicuramente quelli adibiti a fucina per la fusione dei metalli ( stagno rame ) per forgiare la lega del bronzo per la produzione di armi strumenti di lavoro i classici bronzetti e altre rappresentazioni votive.
Per adattare la torre a questo tipo di mansione veniva rimossa la pietra apicale ( la chiave ) che chiudeva la falsa volta della camera della torre per consentire la fuori uscita del fumo. La tipica costruzione garantiva un tiraggio naturale. Facendo uscire il fumo ad intervalli controllati , dalla bocca citata , si esercitava un codice, un linguaggio , probabilmente anche supportato dallo stesso colore a volte bianco o nero del fumo, si completava l’istruzione del linguaggio .
Esso trasmetteva da villaggio a villaggio da montagne a montagne, da montagne a vallate. A sua volta gli altri nuraghe soggetti a questo incarico , rispondevano o riproducevano la notizia ad altri territori fino ad espandere i messaggi in tempi brevi in tutta l’isola.

In un complesso nuragico polilobato la torre che era assegnata a questa mansione era sicuramente una torre minore. In pratica la torre maggiore occupava altre funzioni , come quella della incubazione per le guarigioni fisiche e spirituali ,raduni di consigli capitribù o assemblee per lo sviluppo dei poteri scientifici astronomici e religiosi.
I- siti dove si presentano più nuraghe a carattere costruttivo mono torre in un territorio limitato,esibiscono un nuraghe maggiore altri ubicati a corona dello stesso e altri ancora posizionati a protezione come il caso del sito Orixeddu .
In questa situazione il nuraghe adibito al compito di fucina e comunicazione è sicuramente il nuraghe Orixeddu II . Difatti nel nuraghe ancora oggi , all’interno si possono trovare scorie di fusione metalli. Nella stessa camera del tholos si può osservare che il fascio murario esistente presenta l’indizio che è stato sottoposto a temperature molto elevate.

Il tamburo ripetitivo e capillare in tutta la Sardegna per la trasmissione dei Segnali di Fumo è composto da circa 8000 nuraghe censiti senza considerare quelli ancora sepolti.

Una macchina sbalorditiva che consolidava tutta la popolazione e la civiltà nuragica in un unico spirito.

Deu seu sardu cumenti su dirittu prusu antigu s’orgogliu nostru.

L'insostenibile eredità della civiltà Nuragica


recensione del socio Sandro Garau

Immagini, Sensazioni, Impressioni.

L’insonstenibile eredita della civiltà Nuragica



La civiltà Nuragica è una tra le più affascinanti e misteriose civiltà del Mediterraneo.
Il lungo periodo in cui si svolse la civiltà Protosarda,si estende dall’età del bronzo antico a quella del Ferro; chiamata comunemente e tradizionalmente Nuragica.
Con questo nome si identifica l’appariscente e singolare fenomeno architettonico, delle costruzioni megalitiche a Torre il “ NURAGHE “.
Nella lingua sarda è chiamato è identificato con diversi appellativi ,come Nurake, Nuraci,, Nuraki, Nuraxi, Nuracu e tanti altri.
Questo monumento diffonde tutta la capacità tecnica costruttiva, la forte organizzazione e aggregazione sociale.
Nel territorio regionale sono presenti oltre 8000 Nuraghi ( quelli conosciuti ). Sorprendentemente capillare e ramificato in ogni angolo della Sardegna.
Nel susseguirsi dei secoli il popolo sardo Nuragico assicurò la continuità nelle costruzioni megalitiche nuragiche, creando e affermando una grande e peculiare Tradizione Culturale in tutta la storia civile, di questo ineguagliabile popolo.
L’ingegneria architettonica del Nuraghe e l’icona cristallina di una civiltà evoluta.
La costruzione è ricca di contenuti e riferimenti Spirituali, Astronomici, e Materiali, identificandosi come il prestigio Nazionale Sardo.
La civiltà Nuragica ha fatto si che il segno distintivo del “ Nuraghe “ fosse il punto di riferimento assoluto, la costante essenziale, lo specifico spirito dell’etnia sardo nuragica.
Considerando le migliaia di monumenti tra Nuraghe, Villaggi, Tombe dei Giganti, Dolmen, Pozzi Sacri, maestosi e incantevoli nella loro apparenza. Diffusi in tutto il territorio dell’isola come parte integrante della terra stessa. La civiltà Nuragica realizzo il centro più Moderno, Evoluto e Urbanizzato del Mediterraneo.


I Nuraghi suscitano,risvegliano, fin dai tempi antichi all’ignaro comune visitatore, un senso di stupore e di mistero. Una sorta di rispetto, di riverenza e palpabile timore, come quando allo stesso modo si visita un’imponente cattedrale Cristiana.
Immergersi dentro a un nuraghe e come nuotare in un mare energetico. Si avverte immediatamente un senso di benessere e protezione.
Visitando gli innumerevoli siti archeologici Nuragici si ha la sensazione di penetrare in un’altra dimensione. Il tempo è come se rallentasse o invertisse il moto.

La dinamicità di tutte le cose, segue inevitabile, l’assetto dei tempi lunghi della Natura.

Anche la religione Cristiana ha dovuto subire un arresto lento , nel loro processo di divulgazione Evangelica.
( L’unico invasore non belligerante che si insinuò nei secoli in tutto il territorio ).
Si può osservare nel suolo Quartese ,cosi come in tutta l’Isola, che il Cristianesimo iniziò la sua Evangelizzazione nei Villaggi, nei siti Nuragici e Templi Pozzi Sacri, dove da millenni il popolo sardo si riuniva per espletare e celebrare i loro riti e culti Nuragici. Di forte partecipazione e devozione.
Per la cristianità era consono compiere un avvicinamento pacifico, amichevole e soprattutto rispettoso. Di fatti edificavano le loro umili Chiesette campestri a ridosso degli stessi Nuraghe e talune volte sui ruderi di antichi villaggi o costruzioni Nuragiche.
Il lungo lavoro paziente di predicare il cristianesimo, a causa della forza maggiore di questo antico e fiero popolo, si protrasse per un lungo periodo. Per cui è stato inevitabile l’influenzamento reciproco. Una mescolanza delle due Religioni.

Ancora oggi in tutta la Sardegna si celebrano Riti e Feste combinate tra il Sacro e” Profano “.

Il Profano in questo caso ha una forte Eccezione, visto che stiamo citando la misteriosa spiritualità dei culti e riti del popolo Sardo Nuragico, che influenzava tutta l’isola fin dal 3000 a. C. E ancora oggi con ostinazione e con vigore latente, contrasta e allo stesso modo sostiene la religione Cristiana.

Non è un azzardo pensare oggi, che la civiltà Nuragica sia effettivamente scomparsa. Credo invece che astrattamente echeggia nella nostra madre terra, nello spirito, e nell’anima di questo Genti.
I Sardi inconsapevolmente sono gli originari successori ,custodi e preservatori di questa gloriosa Etnia.
Le caratteristiche che contraddistinguono la gente e il territorio Sardo sono molteplici e di mirabile unicità:
La singolarità del carattere; introverso con forte primitiva personalità . Oltre all’essere attento, riflessivo, taciturno con una ineguagliabile Ospitalità .
L’attaccamento morboso e l’amore della propria terra.
Un habitat incontaminato con l’inconfondibile profumo della macchia mediterranea. Il clima mite, quasi statico, dalle mille primavere. Le coste e il mare meraviglioso e cristallino che ha pochi raffronti al mondo.
Le tradizioni feste e canti popolari di notevole interesse storico culturale.
La lingua sarda;unica,misteriosa e colma di contenuti storici antichi.
Gli usi e costumi colmi di fascino e splendore con riferimenti e segni storici arcaici.
L’artigianato è di forte attrazione e rara bellezza.
La gastronomia ;semplice genuina e prelibata e che dire poi dei vini del pane e dei dolci . E tanto ancora.

( Volutamente questo paragrafo soprascritto è privo di dettagli specifici e approfondimenti. Affinché io medesimo e lo stesso lettore possa incrementare, il proprio desiderio nella ricerca e allo studio delle proprie origini.)

L’Insostenibile Eredità Nuragica è sostenuta con fierezza e nobiltà, conservata nell’Eccelsa Memoria sarda, tramandata da generazioni in generazioni, più vigorosa di mille libri.

Ancora oggi in questa antichissima terra è soggetta da parte di ricercatori, storici ed archeologi, a degli studi e interpretazioni più mirate.
Affinché in tal senso si possa restituire definitivamente una più consona e gloriosa Identità, disposta nello spazio storico compreso tra l’Età del Bronzo Antico a quella della Seconda Età del Ferro.
A questa misteriosa e inimitabile Civiltà Nuragica che in tali secoli dominò e strazio tutto il Mediterraneo e Terre oltre oceano. Diffondendo Modernità e civiltà.

Gli stessi Greci e altri popoli li appellarono” Civiltà del Bronzo, la Civiltà dei Grandi Eroi “

Sa beridari nostra esti allogara finzasa, in’is fueddus antigusu, imperausu immoi offenditi

Caddotzu____lurido ,sporco. Significa invece SANTUARIO
Babballoti___insetto nero schifoso. Significava UOMO della VITA
Karramatzina___cianfrusaglie senza valore. Segnalava il CULTO che il sacerdote istruiva
Mustaione_____ spaventapasseri. Appellativo del DIO delle ACQUE
Maragaddai___(Mussigallone,Maskatzu,Fadali ) Demone. Anticamente nominava il SACERDOTE del POZZO SACRO.

Deu seu sardu cumenti a su dirittu prusu antigu,s’orgogliu nostru.

Il popolo sardo navigatore i Precursori dei popoli del mare


Seconda recensione del socio Sandro Garau


Ipotesi e opinioni a quesiti sul popolo sardo nuragico.

Il popolo sardo navigatore i Precursori dei popoli del mare


Sul Mediterraneo qualcosa stava cambiando, un orda di popoli emigrarono dall’Asia minore alla ricerca di altre terre intorno al 2300-2000 a.C. Mossi da una carestia che logorava per più di 300 anni le loro terre.
Si presuppone che nel periodo intorno al 2000-1700 a. C. genti asiatiche giunsero in Sardegna. Ma è proprio qui, in questa isola ,che il popolo asiatico ebbe una nuova origine. Si forgiò inaspettatamente una prodigiosa e lenta fusione del popolo Asiatico col popolo sardo nuragico.( quelli abitanti intorno alle coste e sud Sardegna eccetto i sardi nuragici dell’entroterra) Miscelando i loro usi e costumi il loro culti e conoscenze le due etnie accrebbero reciprocamente la loro potenza negli armamenti, l’evoluzione tecnologica,i culti religiosi e l’arte nella navigazione bellica ma sopratutto commerciale.

Diventando famosi in tutto il Mediterraneo col nome mito dei Shardana.

Il popolo sardo di navigatori già tracciava rotte sulla penisola Italica e Iberica attraverso i secoli del 3000-2300 a.C. Essi sono identificati come gli abitatori delle isole sarde. Gli antichi li chiamavano Eraclidi Tyrsenoi,Tirrenidi. ( Costruttori di torri .I sardi nuragici erano gli artefici assoluti.)

Prima Ipotesi

La premessa e la sostanza è, che il popolo asiatico agli esordi di immigrazione in Sardegna si trovarono di fronte ad una terra sorprendente, organizzata politicamente e religiosamente in possesso di tecnologie e conoscenze astronomiche. E per concludere abili uomini di mare ed espertissimi navigatori.

E’ giunto il momento di screditare definitivamente che i sardi nuragici abitassero solo all’interno dell’isola. E impensabile e irrealistico che per millenni un popolo isolano non abbia mai sperimentato l’idea e l’arte del navigare.

A credito della loro fama il popolo asiatico abili navigatori ma soprattutto spietati guerrieri come le storia insegna avrebbero dovuto mettere a ferro e fuoco l’intera isola con tutti i suoi abitanti per consolidare il loro dominio e conquistare l’assoluta autorità in questa terra.

Ma cosi non fù . E non poteva mai essere.

Proprio a causa che questi popoli asiatici colpiti da una tremenda e lunga carestia,si sfaldarono e si disgregarono chi per mare chi per via terra alla ricerca di nuove terre più ospitali. Ecco perché non di certo avrebbero potuto avere una flotta potente per il trasporto di forti truppe e vettovaglie. Una carestia che logora 300 anni una popolazione la indebolisce su tutti i fronti.
Il popolo asiatico approdò debole e disorientato. Non ci furono atti bellici perché non avrebbero potuto, preferendo così una più consona alleanza. Il popolo dei sardi nuragici li accolse prestando asilo sulle nostre coste gia attrezzate di porti , quieto vivere e fiorenti attività commerciali. Con le loro migliaia di costruzioni di Nuraghi,villaggi.dolmen,pozzi sacri costruzioni ciclopiche, resero l’isola il centro più evoluto e urbanizzato del mondo.

L’ospitalità dei Sardi è ancora pregna nel nostro DNA.
La sottomissione invece per chi conosce la storia sarda ( quella vera ) non si associa a l’essere
sardo, che ambisce ancora oggi che la Sardegna sia una Nazione unita.

Seconda ipotesi

Col trascorrere del tempo altre ondate di immigrati del popolo asiatico arrivarono in Sardegna molto probabilmente accompagnati dallo stesso popolo sardo di navigatori. Quello che antichi battezzarono per la loro fama con nomi come Teresh, Tyrsenoy, Tirrenidi, Etruschi ( e qui ci sarebbe da aprire un lungo capitolo ) non erano niente altro che il popolo sardo di navigatori. Essi dominavano il mar Tirreno e il mar mediterraneo occidentale occupando la penisola italica allargandosi nella penisola Iberica e Francia e triangolando ovviamente con la loro terra d’origine la Sardegna.

Dunque è facile ipotizzare che il popolo asiatico navigatore prima di giungere in Sardegna si siano prima incrociati e conosciuti nel sud Italia e Sicilia o nel versante occidentale della penisola Italica stringendo forse da subito una alleanza. Accomunati della stessa arte del navigare e dall’essere indomito e conquistatore.
E in Sardegna realizzavano la loro base che in tutto il periodo cronologico dell’età del bronzo dal 1700-900 a.C. straziarono tutto il mediterraneo. Alleandosi con gli altri popoli del mare Tjeker, Likku, Libu, Shakalasa, Phelets, dominavano e insidiavano a più riprese terre come la Grecia, l’Egitto e le altre coste del mondo conosciuto.

Il millennio dai mille interrogativi.

Gli storici datano il secondo diluvio universale nel 3200 a.C che inghiotti la Sardegna meridionale .L’attuale pianura del Campidano un’enorme bacino situato sotto il livello del mare fu letteralmente inondato. Il popolo sardo nuragico resistette a questo flagello sulle montagne dell’entroterra. Le loro torri innalzate al cielo non mostrarono certo la bandiera bianca .Ne succedettero altre più fiere alte e maestose a placare l’ira della Dea Madre.
Di conseguenza non credo proprio che la civiltà nuragica che i greci identificavano col nome di Feaci i Costruttori dei nuraghe potesse essere scomparsa .
Penso invece ad una evoluzione che nel millennio dal 3200-2300 a.C. i sardi nuragici diedero inizio alla ricerca di scafi più robusti e veloci e al perfezionamento della tecnica di navigazione.

La comunità sarda nuragica si impegnava a far fronte ad un possibile esodo di massa se il mare non avesse cessato la sua ira.

Il popolo che traghettava intorno all’isola, imposta la rotta, volgendo la prora dei suoi scafi a Oriente e a Occidente. andando ad occupare la penisola Italica e Iberica .Alla ricerca di una ipotetica terra facoltativa ospitale e sicura. Il terrore la furia che il mare aveva esercitato ormai era una cicatrice incancellabile nella mente e nello spirito dei sardi nuragici.
Lasciando tracce documentate e indelebili dei costumi, usanze,arte e culti sardi là dove si insidiavano. Avviando processi e progressi nello sviluppo ,cultura, e modernità.

E’ possibile che i sardi navigatori fossero i precursori dei popoli del mare.

I sardi nuragici abitatori sulle montagne dell’entroterra preservavano pura e integra la loro razza ed etnia. Conservando i loro riti e culti spirituali,le loro conoscenze tecnologiche e astronomiche.
Essi erano il punto di Equilibrio e il Benestare di tutti i popoli del mare che operavano intorno alle coste e nel meridione della Sardegna,grazie al fatto che interagivano con il popolo sardo di navigatori nel rispetto di una buona alleanza.
Tanto quanto si può affermare, che i popoli del mare insidiati nell’isola Shardana in testa, “pagavano” una sorta di dazio e devozione, con offerte e doni materiali e votivi ,verso quella etnia che a tutto diede Inizio………..Il popolo sardo nuragico.


DEU SEU SARDU CUMENTI A SU DIRITTU PRUSU ANTIGU S’ORGOGLIU NOSTRU