domenica 17 febbraio 2008

Contaminazioni spezzate della civiltà nuragica.Lo schiaffo del mar Mediterraneo


Quarta recensione del socio Sandro Garau

Misteri e Supposizioni

Contaminazioni Spezzate della Civiltà Nuragica
Lo schiaffo del mar Mediterraneo.


La prepotente originalità e architettura della civiltà Nuragica non trova riscontro nell’ambito delle altre civiltà antiche del mediterraneo.
La diffusione capillare in tutto il suolo della Sardinia attraverso il prestigioso e monumentale Nuraghes, le misteriose Tombe dei giganti,i suggestivi Templi e Pozzi Sacri, Dolmen ,Menir,villaggi e città Shardana, consacrano e testimoniano la nazionalità intera, unica e autoctona di questa civiltà Nuragica.
Nonostante la miriade ( ma ancora insufficienti ) di scavi, scoperte e studi avanzati (soprattutto anche da ricercatori non professionisti ) l’età Nuragica si presenta come non mai in una crescente e fervido blocco omogeneo di forte identità. Atto ad occupare ben presto il giusto privilegio, nel periodo storico 1900-900 a. C. per conciliare il preciso equilibrio e potenza, che questa ineguagliabile civiltà ha esercitato nel mediterraneo intero e terre oltre oceano.

Tuttavia esistono ancora riferimenti, numerose incertezze e tematiche da risolvere.

Nella ricostruzione Storico Culturale, ho occorso far luce sull’assenza di contaminazione nel Sud della Sardegna, di alcune culture. Le più eclatanti sicuramente sono quella della ceramica a “pettine “ e della tipica costruzione della tomba dei giganti con stele centinata, rispetto alla stessa largamente diffusa invece nel Centro e Nord Sardinia.
Un altro aggancio a questi quesiti è il Nuraghe Diana nel territorio Quartese. L’imponente opera che si attesta tra i nuraghe di tipo complesso Trilobato,inquadrato nel fase storico cronologica tra il bronzo Finale e la Prima età del Ferro 1300-1100 a. C. Presenta la parte finale del tholos Mastio ricostruito in una fase più recente all’intera opera.

Una possibile risposta a questi due interrogativi…..in questo incastro storico………

Si potrebbe ipotizzare che nel periodo storico cronologico dal Bronzo Antico alla Prima età del Ferro,in un preciso passaggio, nell’ordine di un secolo ci sia stato un collasso di causa maggiore. Interrompendo inevitabilmente i rapporti di consuetudine di questa civiltà.

Un cataclisma marino databile 1200-1100 a. C. provocò un innalzamento delle acque che inondò le coste e il campidano della Sardinia.

Questa sorta di maremoto inghiotti le città shardana insediate nelle coste e numerosissimi Nuraghes, e altre strutture megalitiche nuragiche. Esse sono li che aspettano pazienti, sepolte dal fango,in un lungo letargo, ma mai dimenticati dalla Memoria ferrea e lo spirito libero del popolo Sardo.
Dallo stesso fango, che il mare a sepolto in gran parte questa civiltà, risorgerà per testimoniare la loro grandezza e fierezza. Il destino è prossimo ad infliggere e mutare concettualmente la storia classica conosciuta.
Il cataclisma Marino dunque interruppe il proliferare della cultura sardo nuragica. Cessando così inevitabilmente il processo di contaminazione naturale, che normalmente avveniva in tutto il territorio della Sardegna.
A questa causa maggiore indusse un parziale esodo di massa dei popoli sardi verso la penisola Italica ( Lazio Toscana ) e altre terre già conosciute nel Mediterraneo come Egitto e la stessa Grecia. Molto probabilmente il popolo sardo alleato con gli altri popoli di navigatori devastarono a ferro e fuoco la dove si insidiavano. Lasciando tracce indelebili nella storia dei grandi eroi del Mediterraneo.
A col tempo i sardi rifugiatesi nelle pendici del cuore della Sardegna, si stringevano forti del loro coraggio, conservando la loro identità integra nei suoi valori.

La cultura e la civiltà nuragica ancora oggi vive.


Deu seu sardu cumenti a su dirittu prusu antigu s’orgogliu nostru.

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